Un balsamo per la solitudine
Tre candele profumate
Ptolemy, Aganice e Callippus: un trio di candele profumate ciascuna delle quali ha preso il nome da un’importante figura dell’astronomia antica.
Ptolemy, Aganice e Callippus: un trio di candele profumate ciascuna delle quali ha preso il nome da un’importante figura dell’astronomia antica.
Le stelle hanno un significato primordiale che trascende le diverse culture. Per secoli, intrepidi navigatori hanno usato questi punti luminosi come mappe che li aiutavano a tracciare la rotta verso un porto sicuro.
Il cielo notturno è anche fonte di conforto. Quando siamo lontani dai nostri cari, ci sentiamo tranquilli sapendo che, anche se sono distanti, si trovano sotto lo stesso manto di stelle.
Balsamo, cuoio e fumo delicato
Una sensuale miscela di cuoio, fumo e legno che prende nome da un’antica astronoma greco-egiziana la cui opera ha grandemente influenzato l’astronomia medievale.
Sinfonia di sentori floreali, spezie e tabacco
Sinfonia di note floreali, spezie e tabacco che prende nome da un’antica astronoma greca nota per la sua conoscenza della luna e dei suoi cicli.
Di carattere resinoso, verde
Connubio di verdi profondi e spezie terrose, Callippus prende nome da un astronomo dell’antica Grecia noto per aver affinato la teoria dei pianeti.
Sin dall’antichità, le posizioni delle stelle sono state usate per tracciare rotte sul “mare color del vino”, come scriveva Omero nell’Odissea. Lungo le coste, da molto tempo si usano i fari per avvertire i marinai di bracci di mare pericolosi e per dare loro un aiuto durante la navigazione quando le nuvole oscurano il cielo notturno.
Accendere una candela è un gesto semplice quanto antico che risponde a motivi pratici, spirituali ed estetici. Anche se la combustione di semplice cera crea una fonte luminosa meno splendente del cielo notturno, può comunque offrire a chi naviga in acque tempestose un conforto simile.
Creazioni tanto pratiche quanto gradevoli.